“Tuo marito ti aiuta troppo”
In questa frase, che recentemente mi è stata detta, sono presenti due parole di troppo: AIUTA e TROPPO.
Esiste ancora una quantità esagerata di donne sopraffatte dal pensiero che l’uomo debba lavorare e che la donna sia nata solo per gestire casa e figli. Oltre misura.
Nel 2017, dove con le unghie e con i denti le mamme e le nonne del nostro passato hanno lottato per ottenere gli stessi medesimi diritti oltre che gli stessi doveri di un uomo, onestamente è inaccettabile.
Inaccettabile perché nella vita di coppia esistono diritti e doveri da parte di entrambi. Con o senza figli.
Se aveste conosciuto mio marito dieci anni fa, nessuno ad oggi direbbe mai che lui, oggi, sia la stessa persona.
Non sapeva cucinare, non lavava i piatti ed era in grado di bruciare persino i quattro salti in padella. Un incubo.
Nella nostra breve esperienza di convivenza sotto il cielo romano mi ritrovavo ad assentarmi per lavoro l’intera giornata mentre lui “studiava” all’università.
Giornate tra libri, divano e tv dove io, tornando a casa, mi ritrovavo a raccogliere le mutande e i calzini per metterli a lavare. Dovevo preparare la cena, mettere la lavatrice, stirare e fare tanto altro.
Il mio errore più grande è stato sicuramente fargli credere che fondamentalmente per me andava bene così. Anche se di base non era affatto vero.
Non è un caso se poi ognuno di noi aveva deciso di tornare all’ovile. Lui per i suoi motivi e io per i miei.
Qualche anno dopo ci siamo ritrovati genitori. Ci siamo ritrovati a vivere una convivenza che definirei “forzata” proprio perché in attesa di una nuova vita.
Nonostante fosse passato molto tempo da quel primo esperimento, le cose non erano affatto cambiate.
Io ero una sguattera e lui il principe azzurro.
Nato nostro figlio ha iniziato a darsi da fare solo per quanto riguardava il dedicarsi a lui come un cambio pannolino o far lui un bagnetto. Niente di eccezionale.
Ma ripetevo costantemente a me stessa che era meglio di niente.
Aumentando la famiglia sono aumentate le necessità, gli impegni e il bisogno di organizzarsi è stato fondamentale.
Ho perso il conto delle volte che abbiamo discusso per un “non fai nulla” o per un “devi svegliarti”. Lo dico senza vergogna.
Ma con il tempo le cose sono nettamente cambiate. Non sono ancora perfette, ma sono mutate quasi completamente.
Ho raccolto mio marito sotto forma di un seme immaturo.
L’ho piantato, l’ho annaffiato ogni giorno e l’ho fatto crescere con cura.
Ho raddrizzato il suo stelo per ogni volta che stava prendendo la direzione sbagliata e, quando è stato necessario, gli ho legato un rametto di lato per essere certa non cadesse.
Ho potato i suoi rami più brutti e deboli e nonostante qualche frutto nato sia stato da buttare, molti altri erano succosi, grandi e pieni di semi da poter ripiantare.
Non ho mai perso la speranza nel sapere che le cose sarebbero cambiate esattamente come dieci anni fa, nonostante gli alti e bassi, sapevo che lui era l’uomo che avrei voluto accanto per il resto della vita.
Oggi, dopo tante battaglie, non esiste una sola cosa che mio marito non sappia fare e che non faccia.
Fa le pulizie, sistema i letti, stende i panni. Tutte cose che a casa nostra vengono definite normali.
Soprattutto per me che sono cresciuta con un padre che ha quasi sempre fatto tutto da solo visto che mia madre era sempre fortemente impegnata con la sua attività.
Da bambino viziato abituato ad essere servito e riverito, mio marito si è alzato le maniche e si è messo a fare tutto quello che un uomo (soprattutto un uomo di famiglia) dovrebbe sapere e volere fare: il compagno e il padre.
Nonostante questo sia un dovere nei confronti della sua famiglia non smetto mai di ringraziarlo perché, per quanto gli spetti come è giusto che sia, sentirsi gratificati fa bene al cuore, all’anima e al rapporto.
Anche dire grazie non è un delitto, anzi. È un ulteriore scusa per imparare a rispettarsi dimostrandolo all’altro.
Un uomo che non aiuta, sempre se di aiuto di può parlare, a mio parere non rispetta chi ha al proprio fianco.
Nessuno chiede di costruire dei palazzi a mani nude, ma se una mano lava l’altra tutte e due lavano la faccia.
Questo bisognerebbe ricordarselo sempre.
I mariti non aiutano: fanno i mariti. Punto.
8 comments
Bravissima, la penso come te. Infinite litigate (a volte anche ora) ma io non mollo. Lui fa, con i suoi ritmi, con punzecchiature varie. Devo lavorare tanto sul cambio di mentalità. A volte però sono talmente stanca che quasi quasi preferirei fare le cose da sola, compreso allevare i pupi…
Il tuo post mi da coraggio.
[…] da battermi le mani da sola. Iniziavo a ritenermi soddisfatta del mio lavoro di mamma abituata a suddividersi i compiti con il marito. Ma il marito mancava. E non solo per il grande aiuto che mi da sia in casa che con i […]
[…] vecchia casa e soprattutto prima che mio marito si trasformasse in ciò che é adesso (e cioè un papà tuttofare), tutto quello che comportava l’ordine e la pulizia era un fardello che portavo da sola sulle […]
[…] poter trascorrere insieme. Eppure, nonostante questo, il tuo pensiero è stato quello di cercare di aiutarmi per l’ennesima volta, smaltendo al mio posto piccole faccende di casa che per me sono sempre un grande […]
[…] poter trascorrere insieme. Eppure, nonostante questo, il tuo pensiero è stato quello di cercare di aiutarmi per l’ennesima volta, smaltendo al mio posto piccole faccende di casa che per me sono sempre un grande […]
Poi non andate allo zoo perche gli animali in gabbia é peccato!
Se dico che non ho capito la battuta faccio un peccato?
[…] e discussioni che magari non si può neanche immaginare, come dimostra l’articolo “I mariti non aiutano. Fanno i mariti. Punto.” del blog Mamma Che Vita. E visto che ci sono vi consiglio anche un altro articolo, letto […]