Del mio periodo pre-maternità, non ho mai modo (e alle volte nemmeno voglia) di raccontare molto.
Racconti fatti di ricordi spesso nostalgici e di momenti dei quali ogni tanto sento la mancanza.
E dei ventisette anni che hanno preceduto questo momento ci sarebbe sicuramente molto raccontare e troppo sul quale soffermarsi. Soprattutto se queste stesse cose hanno in qualche modo contribuito ad essere quello che oggi sono diventata.
Un po’ come se alcune scelte fossero state dettate dal destino che voleva inviare dei messaggi subliminali inerenti a quel futuro che tanto in la non sarebbe poi stato.
Trasferirmi al sud, nell’ormai parecchio lontano 2009, ha comportato anche il susseguirsi di moltissime cose belle.
Trovare l’amore (seppur alle volte combattuto e sudato), diventare madre, conoscere i miei figli, comprendere cosa fossero davvero i sacrifici per me stessa e per la mia famiglia riuscendo ad imparare tanto.
Perché da imparare c’è sempre qualcosa.
Dopo anni di lotte nel cercare un posto di lavoro certo, lo stesso che avevo abbandonato per trasferirmi, e dopo anni di lavoro nel mondo della moda, ricordo ogni momento degli ultimi sei mesi precedenti al mio primo test positivo che mi avrebbe portato alla gravidanza di Cesare.
Abituata fino a poco tempo prima ad essere circondata da qualsivoglia capo di abbigliamento e accessori (spesso da donna), trovai un lavoro dove ero costantemente attorniata da interi scaffali di giocattoli, passeggini, seggiolini auto, culle e ogni prodotto possibile e immaginabile riguardante la prima infanzia.
E così, come spesso accade, giorno dopo giorno mi sono acculturata su ogni passaggio, ogni prodotto, ogni proposta presente in quel punto di vendita di oltre mille metri quadrati.
Ignara che tutto quello che mi circondava, da li a breve, avrebbe fatto parte del mio mondo.
Quando toccò a me ricordo che scegliere, anche grazie a tutte le nozioni assimilate nei mesi precedenti, non fu affatto difficile.
Quando fu il mio momento infatti, mi presentai in negozio come la cliente perfetta: quella che ha già le idee chiare e quella che era in grado di arrivare in negozio senza nessun dubbio sul cosa acquistare e sul quanto voler spendere. Certa di non sbagliare su nessuna delle mie preferenze.
Avevo infatti assimilato così tante informazioni nell’arco dei mesi precedenti, che ero certa di cosa avrei acquistato senza affidarmi più di tanto a quelli che invece sarebbero stati i consigli della mia collega decisamente ancora più esperta di me.
E forse il mio errore fu proprio quello: non ascoltare una persona più competente unito al non aver ricercato approfondimenti riguardo a tutto quello che avrei voluto acquistare.
Di alcune cose ne rimasi soddisfatta mentre di altre, soprattutto nel lungo tempo, decisamente molto meno. E memore di quell’esperienza, grazie anche a quello che nel tempo è diventato il mio lavoro, l’informazione è stata al primo posto prima di ogni acquisto.
Così come lo è stata nell’esatto momento in cui ho avuto la possibilità di scegliere un trio pur non avendone più bisogno. Un trio che non sarebbe servito a me ma a una persona, che ne avrebbe potuto scoprire a fondo le potenzialità ed eventualmente i difetti.
Essendo ormai quasi totalmente fuori dal tunnel dei passeggini, in questi mesi grazie a Chicco e insieme a Chicco, abbiamo selezionato una futura mamma, Elisabetta, che ha potuto scegliere il trio per quello che non molti giorni fa è diventato il suo terzo bambino: il piccolo Tommaso.
Un trio che l’ha accompagnata nell’ultimo mese di gravidanza facendole accantonare il vecchio modello utilizzato per i suoi altri due maschietti e potendo così provare fin da subito le caratteristiche nel nuovo Chicco Trio Best Friend.
Trio Best Friend è il nuovo sistema modulare di Chicco con passeggino facilissimo da chiudere con una sola mano, super compatto da chiuso e che sta in piedi da solo. Inoltre, offre la possibilità di scegliere tra due tipi diversi di navicella: il modello light, più leggero e dalle linee essenziali, e il modello comfort, ampio e confortevole per il bambino.
Un trio con una struttura studiata appositamente per essere pratica e maneggevole fin dalla nascita del bambino con dei plus unici per la versione passeggino.
Elisabetta è stata così la mia prima mamma “tester”per passeggini.
Una ragazza dolcissima che si è prestata a questo test calandosi perfettamente nella parte e che fin da subito ha saputo esprimere un’opinione sincera riguardo al nuovo trio per il suo bambino.
Una scelta, la sua, sicuramente azzeccata anche viste le sue esperienze pregresse. Una scelta che si trasformerà, nei prossimi mesi, in un vero e proprio diario delle prestazioni di questo nuovo trio firmato Chicco.
Chicco Trio Best Friend è un trio dal passeggino semplice, intuitivo e altamente performante, studiato per migliorare la vita dei genitori.
Facile da usare, semplice da chiudere con una sola mano ed extra compatto una volta chiuso e che, proprio da chiuso, sta anche in piedi da solo. Così compatto che nel bagagliaio della mia piccolissima Clio, è riuscita ad entrare contemporaneamente sia la struttura con la seduta passeggino chiusa in entrambi i sensi (fronte strada e fronte mamma) e sia la navicella ‘Comfort’ (ovvero rigida).
Da chiuso infatti è così compatto da fare quasi invidia ai più noti passeggini da viaggio ed è così leggero che anche sollevarlo per essere riposto in un angolo, è un’operazione molto semplice…caratteristiche tutt’altro che scontate se si pensa che il passeggino è la configurazione maggiormente utilizzata nei mesi di crescita del bambino (di norma dai 6 mesi ai 2-3 anni), prima di passare ai ‘secondi passeggini’.
Chicco Trio Best Friend è il migliore alleato per i genitori alla ricerca di una soluzione pratica per vivere in libertà.
La configurazione carrozzina è progettata per consentire il massimo comfort e sicurezza al bambino. Ideale per le prime nanne e per le lunghe passeggiate.
La configurazione ovetto permette, oltre che l’utilizzo quotidiano, uno spostamento ancor più comodo in caso di viaggi, essendo lo stesso omologato per bambini fino ai tredici chili secondo la normativa ECE R44/04.
Il passeggino invece decanta tutte le caratteristiche sopra descritte, dove l’essere compatto da chiuso indipendentemente dal verso della seduta, è un particolare decisamente notevole.
Elisabetta è rimasta affascinata dal design moderno ed essenziale scegliendo così la fantasia Oxford che ha sicuramente dei decori molto particolari e alla moda.
Nei suoi primi “test drive” ha riscontrato tra i punti forti di questo trio facilità di montaggio e smontaggio, agilità nel portarlo e manico regolabile in altezza . Punti forti che, notati al primo colpo da una mamma di tre, fanno sicuramente la differenza.
Lo ha provato da sola, lo abbiamo visionato insieme e lo abbiamo provato su strada attendendo il suo piccolo, che mentre scrivo queste parole ha preso la forma di un piccolo Tommaso già accolto dalla sua meravigliosa famiglia completando così quel nucleo chiamato casa.
E mentre Elisabetta e Tommaso adesso potranno mettere alla prova a tutti gli effetti il loro Trio Best Friend, io mi godo le immagini che la sua mamma mi sta regalando, nell’attesa di rivedere lei con un pancione in meno e un meraviglioso bimbo tra le braccia in più.
Magari facendo una passeggiata tutti insieme, lei con la sua truppa e io con la mia, per vedere se Trio Best Friend è in grado di competere anche davanti a sei bambini. Anche se, ne sono certa, in questo senso potrebbe stupirci.