Il legame madre e figlio è una connessione che si instaura da molto prima del momento della nascita, da prima di sentire i suoi movimenti all’interno dell’utero e da ancora prima di interagire effettivamente con lui. Inizia da quando si scopre di essere in dolce attesa, dal momento in cui il test di gravidanza svela le due linee rosa, da quando si ha la conferma degli esami del sangue e da quando si prova l’emozione della prima ecografia.
Inizia nello stesso istante in cui si scopre che la propria vita da quel momento non sarà solo tua ma scinderà in una direzione che si divide in due e che renderà sempre più speciale e unica la propria esistenza per il resto di quello che ne rimane. Perché tutto cambierà… in meglio.
Nonostante sia quasi tris mamma e nonostante sappia perfettamente quanto sia forte e profondo il legame tra madre e figlio (o nel mio caso tra madre e figli), ogni giorno ho la possibilità di scoprire cose nuove riguardanti il mondo meraviglioso della maternità informandomi, leggendo e ascoltando. Dopo che diventi mamma infatti scopri che questo ruolo nella sua estrema semplicità è invece “così difficile da ricoprire” alla perfezione e tendi a volerti migliorare e volerne sapere sempre di più per non sbagliare, per non dimenticarti mai che spesso basta un piccolo gesto per essere felici soprattutto con il proprio bimbo.
Tra le mie scoperte ho conosciuto un termine nuovo che esprime in modo perfetto una sensazione che nasce dal primo istante in cui sai di poter riuscire a diventare madre: il bonding. Un parolone che ti riempie la bocca nella pronuncia esattamente allo stesso identico modo di quando ne scopri il significato.
Il bonding è la definizione che più si avvicina all’interpretazione di attaccamento, definisce con una sola parola il legame speciale e indissolubile che unisce una madre e il suo bambino per sempre.
Un legame che unisce le due persone fin dai primi istanti della gravidanza quando la separazione fisica non è ancora effettiva e che resta invariato nella sua intensità nel perdurare del tempo.
Questa scoperta per me non è stata poi una così grossa novità perché anche senza conoscerne la terminologia esatta è un sensazione che ho già provato in due occasioni, la stessa che, nonostante il primo anno di vita sia abbondantemente trascorso per entrambi i miei figli, continuo a provare ogni giorno, la stessa che sono certa proverò anche con l’arrivo del prossimo ometto previsto per settembre.
Da madre ho avuto la percezione e l’istinto che questo legame fosse un modo naturale di amare il proprio bimbo, che scaturisce dall’esigenza di voler far parte di lui e il desiderio che lui faccia parte di te, sempre.
È per questo che dopo il primo importante momento di separazione (quello del parto) è stato per me fondamentale riuscire a mantenere viva quella connessione in modo da poterla fare costantemente nostra con i piccoli gesti quotidiani che ci avrebbero tenuti a stretto contatto l’uno con l’altro proprio come quando eravamo ancora una cosa sola.
L’allattamento, il momento del bagnetto, il massaggio infantile, le coccole della nanna, le passeggiate avanti e indietro per la stanza per calmarne il pianto… la maggior parte di questi momenti erano creati da un contatto pelle a pelle che tendeva a tranquillizzare loro e fare sentire meglio me. Alcuni di questi crescendo sono svaniti nel tempo mentre altri, sono ancora attimi indissolubili che cerco di godermi in pienezza.
Uno di questi, a cui non rinuncerei mai, si è evoluto nel tempo trasformandosi dal massaggio, momento esclusivo solo nostro, al gioco, in cui abbiamo iniziato a coinvolgere tutti, papà compreso. Tra il bagnetto e il momento della messa a letto ci sono alcune fasi che ho imparato ad amare per i sorrisi che mi regalano e per gli istanti che per quanto piacevoli un giorno saranno alcuni dei ricordi più belli da apprezzare.
Dalla schiuma nella vasca allo schizzare l’acqua ovunque, dall’avvolgersi nell’accappatoio caldo, all’asciugarsi i capelli, dal massaggio con la crema idratante tra una piega e l’altra, al profumo inebriante che riempie il bagno avvolgendoci e seguendoci fino sotto le coperte. Ed è anche per tutto questo che ti affezioni agli stessi prodotti che ti fanno godere quel momento immaginando già il risultato finale perché, alla fine, è sempre piacevolmente lo stesso.
Proprio come quasi un anno fa ancora oggi noi preferiamo la linea di Chicco Natural Sensation perché ci fa rivivere giornalmente tutte queste emozioni mantenendole costanti nel tempo. La profumazione e la delicatezza dei suoi prodotti rende piacevole al tatto e all’olfatto la pelle dei miei bambini riportando sempre alla mia memoria i primi attimi della loro vita.
Amo aver vissuto e continuare a vivere tutto questo soprattutto perché anche dopo il momento del bagnetto e del massaggio le coccole proseguono sotto le lenzuola dove tra una carezza e un bacino vedo i miei figli abbandonarsi tra le mie braccia cadendo in un tenero e profondo sonno. Ed è solo in quell’istante che sento il nostro legame “spezzarsi”: quando io li abbandono nel loro spazio concedendomi anche io un po’ di riposo nel mio.
Un legame che comunque nonostante la distanza, l’età o lo spazio alla fine apparterrà sempre a quel filo invisibile che ci terrà uniti per tutta la vita.
<Post in collaborazione con Chicco>
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[…] l’allattamento, il legame mamma figlio e permette di tenere il bambino al sicuro e al nostro fianco potendo essere sempre tempestive ad […]
[…] Tempo fa sentì parlare di bonding. […]