La vita è un viaggio. Lo è per tutti.
E bello o brutto, lungo o breve che possa essere va assaporato in ogni sua sfumatura.
La vita può essere piena di gioia e allo stesso modo piena di dolore. Ma in entrambi i casi sono convinta che ci regali qualcosa.
Trentadue anni fa, il mio viaggio è iniziato dando ai miei genitori una gioia che loro raccontano indescrivibile ma probabilmente mai così grande come quella che, ventisette anni dopo, io ho regalato loro facendoli diventare nonni.
In quei ventisette anni trascorsi tra scoperte meravigliose e lacrime versate, tra migliaia e più cose fatte e affrontate, ho vissuto in una serenità che mi rendeva completa e che fino a quel momento mi aveva fatto sentire felice.
L’unico vuoto che avevo dentro era il sapere che un giorno sarei voluta diventare madre, possibilmente di molti bambini, e, graziata da questa benedizione, oggi posso dire di esserlo. Con orgoglio.
La mia vita posso quindi suddividerla in due epoche: quella in cui ero una ragazzina che voleva tenere il mondo tra le mani e quella in cui mi accingevo, da donna, a trasformarmi in una figura che ho sempre sognato di diventare. Una madre.
E senza nulla togliere a quello che è stato il mio passato e che è ciò che mi ha scolpito nel tempo per trasformarmi in quello che sono oggi, le mie due vite non si possono paragonare.
Non ho mai cancellato il mio passato.
Non ho mai dimenticato nulla di quello che mi ha segnato e mi ha fatto crescere. Ma non posso negare di aver provato una sensazione di rinascita il giorno in cui ho scoperto che sarei diventata mamma per la prima volta.
Il mio viaggio da mamma, che si spera sia ancora all’inizio di una lunga lunghissima esperienza, mi ha travolto facendomi toccare e conoscere vette emotive che mai avrei creduto potessero esistere.
Uno dopo l’altro i miei figli mi hanno regalato e tolto qualcosa in egual modo senza mai chiedere o domandarsi se fosse giusto.
Ma questo loro togliere mi ha al contempo donato anche molto altro.
Mi hanno tolto il sonno regalandomi momenti in cui ho visto crescere la mia pazienza.
Mi hanno tolto il tempo regalandomi la facoltà di imparare a gestirlo meglio.
Mi hanno tolto le energie permettendomi di stare al loro fianco semplicemente guardandoli.
Il mio viaggio è diventato il loro e il loro si è trasformato nel mio.
E se tra alti e bassi ho cercato di gestire al meglio quello che era il mio essere mamma di due, devo ammettere che con l’arrivo del più piccolo molte moltissime cose sono, non so come, persino più semplici.
Ho imparato a dire no anche se spesso con difficoltà.
Ho capito che non si vive di solo amore ma anche di rispetto.
Ho compreso che non si può fare tutto e che delle volte una privazione è molto più difficile da sopportare rispetto ad una concessione.
Il mio viaggio è ripartito da zero ad ogni figlio riuscendo a fare tesoro delle esperienze degli insegnamenti precedenti e sfruttando le conoscenze per la successiva esperienza.
Sono nata e rinata quattro volte e in ognuna di queste ho imparato molto più di quello che avrei voluto e immaginato.
Ho scoperto cosa vuol dire amare esternandolo con un sorriso, un abbraccio o un bacio.
Ho dimostrato questo amore in modi che mi hanno profondamente segnata nell’anima e che hanno segnato anche le persone che mi sono vicine.
Ho visto quanto grande può essere un sentimento e quanto delle volte la parola amore non sia sufficiente per esternare ciò che si prova.
L’amore per un figlio è difficile da spiegare. Lo senti tuo e nasce così dal profondo che per comprenderlo bisogna solo avere la fortuna di provarlo. E tutto il resto verrà da solo.
Il mio viaggio è iniziato trentadue anni fa. Ha ripreso vita ventisette anni dopo alimentandosi ulteriormente dopo altri quasi due anni.
E oggi, ancora due anni dopo quell’ultima rinascita mi ritrovo a riscoprire una nuova vita vivendo una nuovo e bellissimo capitolo della mia.
Con l’arrivo del mio ultimo figlio ho riscoperto emozioni mai dimenticate ma sempre diverse dalle precedenti: una passeggiata, il momento del bagnetto, un cambio pannolino, l’intimità dell’allattamento.
Gli immancabili risvegli notturni che ti sfiniscono ma che allo stesso tempo di ricaricano con sorrisi corrisposti che crescendo iniziano a comparire con sempre più frequenza.
Un viaggio, il nostro, che mi piace scoprire giorno dopo giorno come se fosse la prima volta, perché in fondo, è un po’ come se lo fosse.
Un percorso che affronteremo mano nella mano fino a che me ne verrà donata la possibilità.
Un viaggio dove imparerò ad esserci sempre anche nell’ombra e in un silenzio assordante ma dove, per adesso, urlo la mia gioia di questa grande fortuna.
In questa parte del nostro viaggio, siamo affiancati da un compagno d’eccezione: il Trio LOVEmotion. Il nuovo trio di Chicco ha un telaio studiato per essere super compatto (aperto è largo solo 50 cm), permettendoci di passare ovunque sia in città che, come nel nostro caso, camminare su marciapiedi stretti e scomodi dei piccoli paesi.
Un trio completo, ricercato. Praticità e comodità comprese.
Io ho scelto la Limited Edition Legend ma ci sono anche 4 fantasie diverse per soddisfare un po’ tutti gusti delle mamme!