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A scuola con Kenzo Kids

by Giada Lopresti

Torino è una città che ancora devo scoprire da zero.
In parte visitata e goduta come una turista di passaggio, almeno per il momento, sembra quel giusto compromesso tra quel posto in cui sono cresciuta e quello dove sono nati e, fino ad oggi, cresciuti i miei figli.

È molto simile a quello a cui per anni ero abituata a vivere come il traffico, i semafori, i mezzi pubblici, lo smog e molto lontana da quello che vissuto negli ultimi anni come la quiete, il mare, il caldo e l’essere circondata sempre dalle stesse persone.
È un luogo nuovo per me e lo è anche per il miei bambini.

Ci attendono mesi di adattamenti e scoperte.
Ci attendono momenti di sorprese e probabilmente anche di delusioni, ma il fatto stesso che sia la città dove, insieme a mio marito, abbiamo deciso di far crescere e vedere crescere i nostri figli e il loro futuro, in qualche modo mi mette una tranquillità che prima mi mancava.

In questi giorni spesso abbiamo parlato di come questo posto cambierà e stia già cambiando la nostra vita.

Tra uno scatolone da svuotare e un mobile da montare, immagino il nostro futuro intriso di punti di domanda e di curiosità che non vedo l’ora di vedere rivelate soprattutto quando, ogni mattina, tirando su la tapparella della camera da letto che a breve sarà una cameretta, osservo curiosa l’asilo in cui dovrà andare il piccolo Vincy.

Ogni mattina, dopo aver aperto la finestra ci guardiamo negli occhi dicendo quasi in contemporanea: “quella è la tua scuola”.

Osservo il suo entusiasmo davanti a quelle parole.
Osservo la sua voglia di tentare davvero nel far si che tutto possa essere perfetto. E il fatto stesso che ogni giorno gli ricordi che la mamma lo guarderà lavorare dalla finestra, sono certa che in parte lo tranquillizzi.

Osservo le grate con le tapparelle abbassate e i vetri pieni di disegni chiedendomi se un giorno con orgoglio anche mio figlio potrà mostrarmi il suo e osservo come i suoi fratelli, curiosi quanto lui, cercano di partecipare a questo entusiasmante momento.
Questo perché, se il secondogenito avrà la fortuna di essere tenuto sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro come se fosse all’interno della casa del grande fratello, gli altri due avranno un diverso ingresso, più libero dagli occhi di mamma.

Ma è insieme che sceglieremo alcuni dettagli per quel primo giorno di scuola in cui mi auguro di poter vedere tutti e tre partecipanti.

Me lo auguro perché se è con certezza che due su tre riusciranno a vivere questo momento unico, il più piccolo ancora attende una chiamata di conferma tanto quanto la attendiamo noi. Nonostante, anche per lui, sia quasi tutto pronto per il primo giorno di asilo nido.

Usciranno di casa vestiti come tanto piace a me: indossando qualcosa di uguale e qualcosa di diverso ma che richiami l’altro.
Usciranno di casa vestiti a cipolla, perché Torino non è Bagnara e già a settembre le probabilità che al mattino possa fare freddo saranno decisamente alte.

Insieme abbiamo deciso cosa indosseranno e chi lo dovrà fare.
Insieme abbiamo scelto i capi per questo primo giorno da commemorare e ricordare con un’immagine che mai potrà mancare da riguardare negli anni futuri come qualcosa di bello e crescendo, probabilmente, imbarazzante e tenero.

Per chi un jeans skinny, per chi un comodo paio di pantaloni da tuta, per tutti e tre la stessa maglia nera con dettagli colorati di arancione verde e azzurro.

Per tutti e tre, nessuno escluso, una contraddistinta felpa Kenzo Kids bambino che richiami qualcosa degli altri fratelli.

Gli outfit scelti per il grande giorno sono già stati provati, indossati con meraviglia e sfruttati tanto da capire se fossero davvero lo specchio di ciò che quel momento richiede senza deludere le aspettative di nessuno.

Abbiamo camminato verso le varie scuole fingendo una sfilata di prova e osservando l’emozione nei loro volti curiosi cercando di capire se davvero il primo girono sarà così, considerando anche la confusione che però ci sarà tra i vari altri gruppi di famiglie che godranno di quello stesso momento.

Magari altri papà, mamme e bambini che come noi si emozioneranno ingoiando le lacrime per quel passo così importante nel vedere i propri figli andare avanti inesorabili.
Magari fingendosi forti ma passandosi vari pacchi di fazzoletti per poter asciugare quel naso che inspiegabilmente inizierà a colare o quell’occhio da cui scende una lacrima con la scusa del moscerino di passaggio.
Sensazioni che solo un genitore può capire davvero senza giudicare in un gesto così naturale come il vedere crescere il proprio bambino.

E noi saremo li, a vivere questo momento tutti insieme, con la gioia e la voglia di vedere come tutto dovrà iniziare augurandoci con il cuore che possa andare per il meglio sempre. Perché è di questo che ognuno di noi ha bisogno.

<Post in collaborazione con Kenzo Kids>

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