Quando sono andata a vivere da sola per la prima volta avevo 23 anni.
Ero pronta a provare questa nuova emozione ma avevo avuto solo una settimana di tempo per abituarmi all’idea.
Presi la palla al balzo per diventare indipendente e fu una delle scelte che diedero alla mia vita una svolta importante.
Passai in un lampo dall’essere la cocca di mamma e papà che non aveva mai alzato un dito in casa al dovermi gestire in completa autonomia imparando tutto da zero.
Conoscevo le basi di preparazione di una pasta con il sugo, di un uovo al tegamino e negli anni ero diventata una maestra nella cottura dei prodotti surgelati. Tutto ciò che dovevo sapere per sopravvivere era scritto in poche parole nella mia testa ma se mi avessero chiesto come far funzionare un elettrodomestico che non fosse stato un microonde non avrei saputo da dove iniziare.
Mi sono rimboccata le maniche trasformandomi da grande disordinata ad ordinata cronica.
Ho imparato a stirare, ho imparato a far funzionare elettrodomestici di cui non conoscevo l’esistenza e persino la lavatrice, che era mia nemica da una vita, diventò parte integrante del mio quotidiano.
Il passaggio dall’essere una “semplice” donna al ritrovarsi catapultata nella vita di mamma, poi, non è stato affatto così breve come credevo.
Per la precisione parlo di un tempo che si definisce in circa nove mesi. Giorno più, giorno meno.
Durante questo periodo ci si prepara mentalmente e psicologicamente a tutti i cambiamenti che la vita sarà pronta a regalarti ma, nella realtà, una volta arrivato il giorno, non si è mai realmente pronti.
Non lo si è per moltissimi motivi ma, il più grande, quello che fondamentalmente gestisce e scandisce ogni attimo, è l’incredibile mancanza di tempo che si presenta di continuo.
Si passa dal potersi svegliare con calma degustando un buon caffè, alle occhiaie disegnate dai mille risvegli che trasformano la colazione in un endovena di energie forzate utili per affrontare una nuova giornata.
Mattine che puntualmente si riempiono di intoppi tra un cambio pannolino obbligato, una volta varcata la soglia di casa, fino agli incredibili ritardi agli appuntamenti.
Ci si ritrova dal “domani sera esco a cena con le amiche” a cantare vittoria per essere riusciti a guardare cinque minuti di televisione senza essere interrotti. Il tutto crollando immancabilmente in un sonno profondo con tanto di bava alla bocca e trucco ancora sul viso.
Si vivono gli attimi come unici senza sapere che ognuno di essi, giorno dopo giorno, nella maggior parte dei casi, diventerà una routine.
Una routine che indipendentemente dal numero di figli richiede un organizzazione certosina.
La stessa organizzazione che, una volta diventata un meccanismo preciso come un orologio svizzero, puntualmente si riempie di intoppi e di imprevisti. Ed è proprio quando credi di essere riuscita a raggiungere un traguardo degno di soddisfazione, che uno o più figli ti concede “l’onore” di riscrivere i piani di un intera settimana se non quelli degli interi mesi successivi.
Arriva il giorno in cui sei riuscita incredibilmente a pulire tutta la casa, sei riuscita a stirare ogni cosa, a mettere in ordine ogni angolo.
Arriva quel giorno in cui dopo aver sudato settecento camice per avere un abitazione il più possibile vicina alla perfezione, dopo ore di inesauribile lavoro ecco che qualcuno sta male, qualcun altro sporca un cambio di troppo, qualche altro ancora colora con i pennarelli tutto ciò che trova sotto mano. Compreso l’enorme rivestimento del divano.
Ed ecco che ti ritrovi a raccogliere di nuovo panni su panni, accumulandoli in ogni dove all’interno del mini bagno che hai a disposizione. Un ambiente così piccolo che quando entri anche solo per prendere al volo un oggetto ti fai aggredire dalla claustrofobia anche se non ne soffri. Un ansia amplificata dall’avere tutto sottosopra perché le cose da lavare sembrano guardarti minacciose mentre si accumulano una dopo l’altra.
Soprattutto quando in una famiglia si è in cinque e, solo qualche anno prima, si ha avuta la brillante idea di acquistare una lavatrice piccolissima e dal consumo stellare. Ergo: troppe cose da lavare uguale a troppe lavatrici serali per consumare il meno possibile, dove il ciclo più breve te ne consente massimo una al giorno che non è mai comunque sufficiente.
Poi quella lavatrice si rompe e, non capendo un’ostia di elettrodomestici, decidi di adattarti nella speranza che, prima o poi, un modello super figo, tecnologico e risparmia tempo ti piova dal cielo. Consapevole che dovrai attendere l’eternità per poter vedere con i tuoi occhi una così più unica che rara fortuna.
Una fortuna che solo un mese e mezzo fa ha bussato alla nostra porta con il nome di LG TWINWash.
Una lavatrice con doppio cestello che mi ha fatto provare il brivido di cosa voglia dire non avere più infinite pile di panni accumulati nel bagno, tra vasca da bagno, doccia e cesti dei vestiti da lavare.
Un sogno per ogni mamma, ma anche per ogni donna, con un minimo di amor proprio verso se stessa e il suo desiderio di avere più tempo per fare qualsiasi cosa.
Una lavatrice che ha rivoluzionato la mia vita e quella della mia famiglia trasformando il momento dei lavaggi in un divertimento ma, soprattutto, in un gran risparmio di tempo e denaro. E senza stare a girarci troppo intorno, in un mese e mezzo di vita, ho provato tutte le sue funzioni, tutti i modi di utilizzo, tutte le caratteristiche possibili ed immaginabili perché, con un gioiello del genere, niente va lasciato al caso.
E, se mi chiedessero di cosa mi sono innamorata ad occhi chiusi, elencherei più caratteristiche per lei che per Chris Hemsworth che, voglio dire, di pregi ne ha persino fin troppi.
Sono passata dal fare circa minimo sette lavatrici a settimana (parlando di routine perché quelle dedicate agli incidenti di casa sono extra) a farne solo 2 ( o quattro… dipende dai punti di vista perché avendo due cestelli da far funzionare anche in contemporanea si possono dire entrambe le cose).
Ho assaporato il brivido di poter suddividere i colorati dai bianchi (mai fatto in vita mia), ho imparato a lavare a parte solo la biancheria intima o solo le lenzuola.
Ho scoperto cosa vuol dire poter accendere una lavatrice anche se il cestello non è a pieno carico perché i consumi della LG TWINWash sono pari al 60% in meno di quelli di un elettrodomestico di classe A+++. Il s-e-s-s-a-n-t-a-p-e-r-c-e-n-t-o in meno.
Motivo per il quale ho iniziato ad accendere la lavatrice anche di giorno. Io che ho sempre atteso lo scattare delle diciannove e zero zero con i brividi sulla schiena come se attendessi la mezzanotte di cenerentola.
Il fatto che il lavaggio più breve duri solo 49 minuti: quarantanove minuti. In pratica ci metto di più io a preparare i bambini la mattina prima di andare all’asilo.
Oppure il fatto che si possano aggiungere capi durante un qualsiasi momento dopo aver avviato il lavaggio.
Il fatto che si possa controllare a trecentosessanta gradi tramite un app (sia la lavatrice inferiore che quella superiore) in modo da avere un pieno controllo sia dentro che fuori casa.
Il fatto che la partenza ritardata non sia approssimativa, perché, solitamente, di questa funzione si sceglie l’orario in cui un elettrodomestico deve accendersi rimanendo poi con un termine ipotetico e sconosciuto. Mentre con LG TWINWash scegli l’orario in cui vuoi che termini un lavaggio e la lavatrice di conseguenza fa tutto da sola calcolando il tempo da impiegare in base ad alcuni fattori (impostazioni selezionate, peso e quantità dei panni).
Ovviamente non sono da meno il lavaggio a vapore, il refresh degli abiti, la funzione TURBOWash, la funzione allergy e la possibilità di sciacquare e lavare il cestello, utile soprattutto se si devono lavare gli accessori di un peloso animale domestico.
Insomma so di essere diventata vergognosamente lunga e ruffiana, ma se dicessi che le caratteristiche fighissime della LG TWINWash sono ancora moltissime e che non mi basterebbero altre mille parole per descriverle, mi credereste? Probabilmente si o probabilmente no ma in tutti i casi so bene che la domanda principale è, e sarà sempre una: quanto costa?
LG TWINWash non è la lavatrice che si trova in offerta al supermercato o al discount. È un elettrodomestico senza precedenti e una vera e propria rivoluzione del lavaggio e della gestione del proprio tempo, motivo per cui è impossibile che possa costare poche centinaia di euro, ma, considerando che è garantita dieci anni e che la spesa si ammortizza in più tempo per se e per le persone che amiamo e in una bolletta decisamente più bassa (testato personalmente) direi, che, probabilmente, è un prodotto che insieme a tutte le altre caratteristiche menzionate in precedenza e quelle ancora da scoprire (perché sembra un pò il paese delle meraviglie) vale la pena avere.
Personalmente ho scoperto un nuovo pianeta, ma, soprattutto, ho scoperto che, finalmente, anche fare la lavatrice è divertente.
Una parola che mai avrei pensato di associare a questo elettrodomestico. E, forse, se mi avessero detto che un giorno lo avrei utilizzato avrei riso in faccia a qualcuno.
Soprattutto se consideriamo che, essendo un vero e proprio gigante da casa e avendo uno spazio a disposizione in bagno molto piccolo, ho preferito installarla fuori in giardino (al coperto ovviamente) facendo la danza della pioggia un giorno si e uno no per recuperare i panni nei cestelli.
Ma non è una cosa che ormai mi interessa perché, pur di utilizzarla, sarei anche disposta a dormire al suo fianco nel gelo notturno. E sono sicura che, prima o poi, pazza per come sono, lo farò anche.
Perché “certi amori non finiscono… fanno dei giri immensi e poi ritornano” e il nostro è proprio così: come un cestello in fase di centrifuga.
<Post in collaborazione con LG>
1 comment
Straordinaria Giada per come hai presentato questa super e fantastica lavatrice.