Inizialmente, quando ero mono mamma, mi sono volontariamente “privata” di moltissime cose.
Uscivo di rado cronometrando il tempo soprattutto perché volevo che il mio bambino avesse dei rituali fissi per ogni cosa. Eravamo svizzeri nei pisolini, nei pasti, nell’allattamento e tutto quello che andava a completare una giornata qualsiasi della nostra quotidianità.
Tutto ruotava sempre attorno al mio bambino.
Non esistevano viaggi, non esistevano vacanze.
Pur abitando in un posto di mare programmavo ogni secondo anche nei nostri spesso brevi momenti in spiaggia.
Organizzazione era la parola d’ordine. Anche se, ad oggi, posso dire che di organizzazione forse c’era ben poco.
Ogni giornata era scandita perfettamente dal tic tac dell’orologio tanto che, a distanza di quattro anni e mezzo ricordo ancora perfettamente gli orari precisi di ogni cosa, in ogni fase del primo anno del mio primogenito.
Con la nascita del secondo bimbo le cose poi hanno iniziato a prendere una piega piano piano diversa.
Il tempo da dedicare al più grande si era dimezzato per equità mammesca facendo si di iniziare a sperimentare nuove avventure e nuove esperienze.
Con il secondo figlio infatti ci si rende conto di quante cose si possono e si vogliono fare perché nonostante ci siano perennemente le esigenze di un neonato da gestire, bisogna riuscire a fare tutto coinvolgendo il più possibile il fratello maggiore che non deve sentirsi privato di occasioni per esprimersi e conoscere tutto quello che è adatto alla sua età.
Si usciva insieme senza mai essere troppo lontani da casa ma ben organizzati per ogni esigenza soprattutto del piccolino, in modo tale da non dover correre ai ripari portando via il più grande da un momento di compagnia o divertimento.
L’arrivo del terzo bimbo, poi, è stato in grado di stravolgere completamente i miei pensieri iniziali di mamma.
Chiudersi in casa per ogni pasto, per ogni poppata, per ogni cambio pannolino. Il tutto unito alla stanchezza derivata dalle poche ore di sonno a mia disposizione e alle altre decine di cose da fare che ha una mamma deve dividere tra lavoro, figli e casa mentre i fratelli maggiori ti supplicano di poter andare in piazza, al parco o al mare.
Era impensabile poter pensare di far si che tutto ruotasse intorno all’ultimo arrivato, sottraendo anche l’infanzia ai bimbi più grandi.
Ho iniziato ad organizzarmi da subito in modo tale da poter per mettere a tutti di vivere a 360°.
Ho viaggiato, ho preso aerei, ho pranzato e cenato fuori (pur rimanendo all’interno di orari limite), ho fatto passeggiate, ho guidato e ho vissuto la mia intera famiglia.
Soprattutto durante il periodo dei primi sei mesi dove per noi c’era solo allattamento a richiesta, la comodità di poter attaccare al seno il mio bambino dovunque e qualsiasi ora è stata ineguagliabile. Così unica da avermi trasformato in una donna sempre chiusa tra quattro mura, a una che ha iniziato a mettere la sua pudicizia da parte per potersi dedicare a tutti i figli in egual modo.
Questo fino a che non è iniziato lo svezzamento.
Sono infatti dovuta arrivare a svezzare il mio terzo bimbo per ammettere a me stessa che non avrei mai saputo gestire una pappa fuori casa se no in caso di estrema emergenza dove mi sarei in qualche modo arrangiata alla bene in meglio.
Il primo pasto fuori casa di Enea probabilmente non lo scorderò mai.
Nulla di troppo elaborato: solo brodo e crema di grano saraceno. Avevo persino a disposizione una cucina per poter preparare le sue pappe e ricordo che scaldai il brodo nel microonde unendolo poi alla farina che avevo portato a parte.
Fu un gioco da ragazzi e in quattro e quattr’otto tutto era pronto per essere “divorato”.
I problemi “più grandi” si sono però presentati quando invece della crema avevo della pastina, quando invece del brodo avevo un barattolo di passato e quando invece di una cucina avevo semplicemente il nulla.
Come avrei potuto fare per far si che il mio bambino riuscisse a mangiare ciò che doveva senza ricorrere al “va beh dai per oggi la pasta salta visto che dobbiamo uscire e non so dove cucinargliela”? Ho pensato più volte a come avrei potuto fargli fare il pasto che meritava senza però privarci di una passeggiata o di un ritardo non calcolato.
Quello che non avevo calcolato era che sperimentando, avrei risolto il mio problema trovando la soluzione più giusta.
Sono ormai un paio di mesi che uso alcuni alleati di cui non potrei fare a meno: il porta biberon e vivande termico (che è ormai con noi da un paio di anni) e il termos porta pappa System EasyMeal (entrambi di Chicco).
Intanto: perché due termos e non uno solo?
Semplicemente perché trovo che, nonostante siano entrambi molto utili, si possano usare per specifiche esigenze ben diverse.
Il primo: porta biberon e vivande termico di Chicco.
Come dice il nome è utile sia per i biberon sia per le pappe.
Al suo interno si potranno mettere o l’una o l’altra opzione e, se parliamo di pappe, grazie ai contenitori interni ci si potrà sbizzarrire sia per il tipo di contenuto che per la quantità.
Personalmente lo uso quando le gite fuori casa sono così lunghe da dover portare con me due pasti (esempio pranzo e cena) in modo da usare ciascun vasetto per inserire le porzioni adeguate.
Riempio il thermos con acqua bollente (cento gradi) quasi fino all’orlo chiudendolo ermeticamente con il suo tappo e lasciando l’acqua calda al suo interno per circa 20 minuti per poi svuotarlo e inserire le pietanze ancora calde già posizionate nei rispettivi vasetti in dotazione (appena pronte o riscaldate con il microonde).
Il risultato è avere la pappa al momento del pasto come appena preparata.
C’è solo una cosa che Chicco però non ammette ne sul sito ne sulla confezione. L’azienda infatti dichiara che il pasto rimane caldo fino a 5 ore: NON È VERO!! Rimane in caldo per molto ma molto più tempo!
Posso dirlo con certezza visto che proprio pochi giorni fa, ho inserito i due pasti di mio figlio al suo interno alle otto del mattino e, il secondo, alle 19:30 di sera era ancora perfetto senza la necessità di essere riscaldato. Quasi dodici ore dopo.
Il secondo: termos porta pappa System easy meal di Chicco.
Questo modello invece lo trovo molto più pratico per il singolo pasto fuori porta.
Nonostante sia di plastica utilizzo la stessa tecnica dell’acqua bollente prima di inserire dentro la portata ma si può comunque utilizzare in due modi: o inserendo la pappa all’interno del vasetto in dotazione (e poi nel termos) oppure utilizzando direttamente il termos come contenitore.
Io preferisco la seconda (soprattutto perché adesso Enea mangia porzioni decisamente abbondanti).
Preferisco inserire direttamente la pappa nel termos anche perché mi organizzo in modo tale da far si che la pastina si cucini al suo interno e che quindi, gonfiandosi, abbia lo spazio necessario per potersi cuocere senza intoppi.
Ma come cucinare la pastina per i pasti fuori casa?
Personalmente faccio così:
- preparo il passato di verdura con una zucchina, una carota, una patata e un pezzo di gambo di sedano.
- Cucino il tutto a vapore grazie all’ EasyMeal di Chicco (di cui parlerò più avanti) e omogeneizzo le verdure una volta terminata la cottura.
- Divido il passato ottenuto nei vasetti riempiendoli per circa 100/120 ml trovando così pronte circa quattro porzioni (pranzo e cena per due giorni).
- Unisco mezzo omogenizzato (il gusto ovviamente è a scelta della mamma) oppure cucino a vapore carne, pesce o legumi – sempre con il cuocipappa – per un quantitativo sufficiente pari a 40/50g (la rimanenza conservata in altri vasetti).
- Nel frattempo che si prepara tutto questo si mette un pentolino sul fuoco e una volta che l’acqua inizia a bollire si buttano all’interno due cucchiai rasi di pastina (in questo caso prenderemo come esempio gli Astrini). La cottura degli Astrini è di quattro minuti ma, se devo far pranzare o cenare fuori il bimbo, li cucinerò solo per due (quindi la metà del tempo!).
- Scolata la pastina la inserirò nel passato+omogenizzato e verserò dentro il tutto quattro cucchiai di acqua di cottura se mangerà dopo due ore, aumentando di un cucchiaio di acqua di cottura alla volta per ogni mezz’ora di ritardo dalla preparazione fino ad un massimo di sei.
- Per finire si aggiunge semplicemente un cucchiaino di olio EVO.
Il risultato della pappa deve essere quasi liquido (o liquido se si consumerà dopo 4 ore) e nel momento in cui si andrà a far mangiare il bimbo, la pastina sarà cotta, morbida e non “asciutta” come se fosse una pappa al cemento armato.
Negli ultimi periodi le ho davvero provate tutte.
Mi sono ritrovata a fare più esperimenti di un chimico e posso dire con certezza che i risultati sono ottimi.
Grazie ai vari tentativi sia falliti che riusciti riesco finalmente a portare fuori il mio bimbo ogni volta che ne abbiamo voglia e il tutto è risultato più semplice e comodo di quanto invece si possa immaginare.
Soprattutto se poi si completa il tutto con dei bavaglini usa e getta come quelli di Chicco (of course) e micro posate ad ingombro zero (come il cucchiaino da viaggio che si trova al di sotto del tappo del termos porta pappa System EasyMeal).
Far mangiare i propri bimbi fuori casa è possibile. Riuscire a organizzarsi per preparare dei pasti completi anche.
E soprattutto adesso che inizia il periodo delle tante sognate vacanze estive, basta solo organizzarsi con semplici ma indispensabili accessori che aiuteranno a gestire alla perfezione ogni istante.
7 comments
[…] per il più piccolo dei tre mi sono sempre organizzata con le pappe preparate a casa e conservate in appositi termos mentre per i più grandi ho prediletto il più possibile primi e secondi. Abbiamo camminato tanto […]
[…] e accessori per la pappa fuori casa. Neonato muniti non si può non organizzarsi per lo svezzamento fuori casa del proprio […]
[…] una volta temevo lo svezzamento fuori casa, da dopo la nascita del piccolo Enea mi sento pronta ad assentarmi dalle nostre quattro mura […]
Sono mamma di un bimbo di 8 mesi ho iniziato lo svezzamento da circa 2 mesi …mi è stato regalato il cuocipaooa EasyMeal di Chicco ma non l’ho ancora utilizzato…. faccio il vegetale poi passo le verdure… quindi non so come utilizzarlo…mi daresti qualche consiglio?? Grazie mille Mara
Nello specifico quale consiglio vorresti?
:*
Giada
Ciao Giada, veramente preziosi i tuoi consigli, mi dai il coraggio di uscire finalmente un po’ da casa! Grazie
Ne sono felice.
Sono dovuta arrivare ad avere tre figli per capire che in realtà insieme a loro si possono fare molte cose. L’importante sta solo il riuscire a capirlo e volerci provare.
Ovvio che poi non per tutti può essere uguale, ma dire “almeno ci ho provato” ti da la certezza di comprendere in che direzione andare.
Un abbraccio.
Giada