Se potessi esprimere un desiderio in vista del Natale che si sta avvicinando, credo che l’unica cosa che vorrei davvero sarebbe un po’ di serenità. Una serenità di quelle che non si mostrano con i sorrisi, con gli abbracci e con la forza con la quale si affrontano le giornate, ma quel piacevole e caldo sentimento che ti permette di dormire sonni tranquilli perché sai che domani sarà un giorno migliore.
Desidererei un futuro migliore per me e mio marito, con un lavoro per entrambi che ci possa permettere di avere una vita dignitosa. Desidererei poter dare il meglio ai miei figli con tutto l’impegno che metto quotidianamente nella mia vita cercando e potendo fare ancora di più. Desidererei solo un po’ di felicità in più, un sentimento che tutti meritano di abbracciare in ogni istante della propria esistenza.
Se potessi sentire questo Natale come succedeva nell’età della fanciullezza, inizierei a viaggiare con la fantasia fino a farmi trasportare in tutti quei mondi che sognavo da bambina, dove un sorriso era strappato da un semplice gesto, dove la gioia la si raggiungeva con oggetti di poco conto e dove con trepidazione si attendeva la mattina del Santo Natale per poter spacchettare i doni che non erano quasi mai sotto l’albero perché così numerosi da non riuscire ad accumularli nemmeno all’ombra di una sequoia.
Un’innocenza splendida, piena di amore e voglia di famiglia. Un momento nella quale i genitori tornano bambini rivivendo i loro attimi ormai persi nei ricordi e cercando di farne passare ancora di più belli ai propri figli. Istanti preziosi e senza tempo.
Se potessi avvicinarmi in silenzio a questo Natale, probabilmente scriverei una letterina insieme ai miei bimbi: una per ognuna di loro e una scritta pensando a noi. Chiederei doni di ogni genere e valore. Non baderei a spese nel mondo dell’immaginazione, sognando mete lontane e regali mai ricevuti togliendomi anche qualche sassolino dalla scarpa troppo ardentemente desiderato.
Inizierei a incidere nero su bianco ogni pensiero della bambina che si trova in questo corpo di adulta che delle volte veste troppo stretto, perché la sindrome di Peter Pan esiste.
Ma il bello del Natale è che è fatto per tutti. Questo giorno di festa ancor più dei giorni passati e di quelli che verranno non conosce età, non conosce sesso, non conosce razza. In quella mattina tutto si trasforma, tutto diventa magico e soprattutto in presenza di bambini tutto diventa ed è perfetto.
Non esiste vergogna, non esiste povertà, non esiste ambizione, ma solo il bellissimo momento dello stare in famiglia gli uni vicini agli altri assaporando ogni momento come unico, perché in fondo lo è.
Spesso il Natale è il periodo dei piccoli “miracoli”, quei gesti d’amore che ti fanno comprendere quanto puoi essere prezioso per qualcuno anche grazie ad un semplice biglietto d’auguri, ad un pensiero studiato o ad un regalo fatto di sacrifici e allo stesso tempo di tanto amore.
Penso a come potrebbe essere il mio quest’anno, a quali sorprese potrei trovare sotto il nostro albero, al mio sguardo e al mio stupore quando aprirò il regalo di mio marito. Sorpresa sì… perché sono sicura che per l’ennesima volta riuscirà a stupirmi.
Penso a quei doni mancati alla nascita dei nostri due figli e a come un giorno riuscirà a farmi dimenticare “la delusione” di essere rimasta “a mani vuote” nonostante fossero comunque piene di amore per i nostri bambini.
Penso ancora in modo intenso a quel gioiello che mi è rimasto nel cuore. Immagino quel ciondolo bimbo della linea Pavé di LeBebé Gioielli come uno dei simboli più belli che si sarebbero potuti scegliere per un grande avvenimento come l’arrivo di una vita.
Penso a come con orgoglio lo avrei sfoggiato facendo brillare la silhouette di diamanti per urlare sottovoce al mondo intero che mio marito non avrebbe potuto optare per un regalo migliore per la donna che ha donato ad entrambi la felicità eterna.
Penso che la voglia di un regalo speciale sia il desiderio di gratificazione nei confronti una donna che è madre e di una madre che è anche donna, e trovo che non ci sia nulla di male in tutto questo.
Credo anche che ognuno faccia tutto quello che è in proprio potere per riuscire a rendere felice la persona che ama e so che mio marito, ha sempre fatto il possibile per far si che succeda sicura che un giorno sarà anche il mio turno… il nostro turno.
Ho voglia di trovare un regalo unico sotto il nostro albero: un regalo che sia mio, pensato per me e solo per me. Vorrei un dono piccolo, importante e vorrei fosse incartato di rosso.
Vorrei poterlo aprire mentre i miei tre uomini mi guardano felici e scalpitanti nello scorgere le espressioni del mio viso alla vista dello stesso e dove, prima di farmi aprire il loro dono, mi porgano un bigliettino dove basterebbero queste tre semplicissime parole: buon Natale mamma.
Questo è il Natale che vorrei.
3 comments
Ciao Giada!
Non è molto che ti seguo, per cui volevo chiederti: com’è stato trasferirsi da Milano alla Calabria? Io vorrei fare il percorso inverso al tuo, vorrei andare in su, ma mi fa paura il fatto di dover adottare uno stile di vita completamente diverso…
Il Natale te lo auguro esattamente come lo hai descritto in questo post. E ti mando un grande bacio!
Ciao Viola,
guarda il trasferimento inizialmente è stato molto emozionante. Volevo stare con il mio fidanzato (adesso marito) e in più avevo sempre visto Bagnara un pò come il paese dei balocchi (gli occhi di una bambina possono ingannare XD) e quindi ho avuto un pò un illusione iniziale. Non ti nego che con il tempo ho iniziato a rimpiangere casa: troppo divario tra le mentalità, troppe differenze di abitudini, lavoro precario…. queste sono solo alcune delle cose che ad oggi mi fanno soffrire la mia permanenza qui. C’è da dire anche a favore di tutto questo che come ogni cosa sia Milano che Bagnara hanno dei pro e dei contro ma nonostante tutto, secondo me staremmo tutti meglio a Milano.
Nella mia bella città infatti, nonostante sia molto frenetica e a ritmi totalmente diversi dalla mia realtà attuale offre sicuramente molte più possibilità per tutti (per i miei figli in primis). Puoi avere un indipendenza motoria senza necessariamente avere una macchina e poi hai sempre tutto a portata di mano. Qui non esistono attività per i bambini al chiuso e quando piove siamo costretti in casa. Insomma…. tornerei a Milano oggi stesso se solo mio marito si decidesse a farmi felice!
Quello che posso dirti è che sicuramente ti mancherà casa tua come è normale che sia ma se credi nel fatto che andrai sicuramente a migliorare il futuro di tutta la tua famiglia questo ti peserà molto meno. Prova! Fai un tentativo… a tornare indietro si fa sempre in tempo :*
Un abbraccio e buona fortuna :***
Grazie per l’incoraggiamento! Ho inserito MammaCheVita tra i blog da leggere: ho proprio paura che mi sentirai ancora! XD
Un grande abbraccio!