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Il dramma della brutta notizia.

by Giada Lopresti
Ammetto di non seguire molto o per niente i telegiornali e sotto il punto di vista delle news, vari tipi di cronache, o notizie dell’ultimo minuto sono davvero fuori dal mondo e a malapena infatti quest’anno sono a conoscenza del fatto, che si stanno svolgendo i mondiali. Ma, non so se capita anche a voi, quando si è soprattutto in attesa sembra che tutte le immagini o situazioni che coinvolgono carrozzine, bambini, neonati, parti, travagli, ecc vari siano dietro un angolo pronti a balzarti addosso da un momento con l’altro: soprattutto se si tratta di cose negative.
Io in attesa di Cesare, ero davvero convinta che tante cose fossero solo coincidenze ma in questa seconda gravidanza invece posso affermare che non è che la sfiga mi stia perseguitando ma indubbiamente l’essere in dolce attesa mi rende più attenta a sensibile a quello che mi accade intorno soprattutto se l’argomento principale è proprio quello dei bambini.
E’ così che sopratutto da quando “sono blogger” e passo la maggior parte del mio tempo libero sul web a scoprire storie di altre mamme, di altri bimbi e di altri genitori, che mi imbatto in storie tristissime, di situazioni davvero tragiche e demoralizzanti come possono essere gravidanza con morte prenatale, aborti spontanei consecutivi, coppie che non riescono ad avere figli ecc…E’ diventata ormai quasi un ossessione, e queste letture delle volte (anzi spesso direi) mi fanno quasi sentire in colpa, perchè dopo aver letto e conosciuto, la domanda più spontanea che mi viene da farmi è: che cos’ho io più di quella persona per meritare una felicità che forse quella donna non proverà mai? Non sono pensieri fantastici lo so, come so che la colpa non è mia per quello che accade ad altri, ma non posso fare a meno di averli. Credo che da mamma fortunata quale sono, mettersi nei panni di altre donne con dei problemi di fertilità o peggio sia triste ma indubbiamente ti aiuta ad apprezzare molto di più quello che hai.
Poi invece ti capita di vagare nel web dove la maggior parte delle notizie vengono orientate sul gossip e sulle tragedie e quando questi due fattori si uniscono, gli articoli che si leggono sono tra i peggiori: in questi giorni un pò ovunque si parla del dramma di Elisabetta Canalis. Per carità, essere un personaggio dello spettacolo ti fa rimanere sotto i riflettori nella buona e nella cattiva sorte, la vita privata è un sogno e nove cose su dieci di quello dicono è gonfiato all’ennesima potenza ma credo che determinati episodi debbano rimanere un pò meno esposti per il rispetto di tutti e soprattutto nel rispetto di chi sta vivendo determinate situazioni.
Ammetto che io non amo molto la Canalis come personaggio pubblico ma non posso fare a meno che essere dispiaciuta per lei e per il dolore che sta vivendo, ma la domanda che mi sorge spontanea è questa: quante Elisabetta Canalis ci sono al mondo che vivovno situazioni simili o peggiori e di cui non ne sappiamo l’esistenza? Di Elisabetta Canalis parliamo solo perchè è lei, o perchè adesso e per le prossime settimane dovremo vivere il suo dolore nell’attesa che rimanga un’altra volta incinta facendoci beffa delle persone che invece di questo problema continuano a soffrirne?
Quello che secondo me per primi i giornalisti dovrebbero proprio capire, è che determinati argomenti non vanno affrontati solo perchè una certa pincapalla li sta vivendo, ma bisognerebbe rendere più profondo quest’argomento a sostegno delle decine di donne che ogni giorno vivono questo lutto: io ne conosco alcune e da mamma, posso immagine quanto abbiano sofferto.
Esiste un’associazione onlus a sostegno delle donne e dei genitori che vivono questi lutti: CiaoLapo Onlus – tutela della gravidanza e della salute perinatale. Personalmente ho letto tanto su questa associazione e la trovo un ottima risorsa per tutte quelle persone che non riescono a trovare conforto nel loro dolore e nel mio piccolo anch’io tempo fa feci qualcosa per rendermi utile nella loro continua ricerca, acquistando dei tasselli di un bracciale nomination limited edition di CiaoLapo, la quale il ricavato venne totalmente devoluto a sostegno  dell’organizzazione.
La maternità, nella sua versione peggiore, è anche questo, e secondo me bisognerebbe fare più informazione sull’argomento indipendentemente dalla figura che vive una situazione così tragica, proprio per aiutare queste persone ad essere felici in qualche modo, e magari ad essere felici proprio come ho la fortuna di esserlo io.
Bracciale CiaoLapo Onlus
©MammaCheVita - Tutti i diritti riservati

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6 comments

rosy2550 14 Giugno 2014 - 19:41

Concordo in tutto con te! Ti racconto brevemente la mia esperienza, il giorno stesso che ho scoperto di aspettare Cristian (ero già di sei settimane ma non lo sapevo) ho iniziato ad avere minacce. Ricordo la corsa al pronto soccorso, i miei pianti è la freddezza dei dottori che mi hanno visitata. Sono stata 3 mesi a letto senza muovermi, mi hanno detto che ogni piccolo movimento poteva nuocere al bambino le Prontogest e il riposo mi hanno aiutata. Ho vissuto il resto della gravidanza con paura e ansia solo dopo il sesto mese ho iniziato ad essere più tranquilla! Fortunatamente è andata tutto bene! Scusa lo sfogo mi sono fatta prendere dai ricordi. Un abbraccio

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Giada Lopresti 14 Giugno 2014 - 20:49

Comprendo alla perfezione il tuo stato d’animo perchè a me è successa la stessa identica cosa con Cesare. Ero a 4+4 (due giorni dopo il test di gravidanza e le analisi positive delle Beta) e ho avuto delle perdite al lavoro, con una scusa sono riuscita ad uscire prima e a recarmi al ps. Premesso l’unico ospedale della zona, lunedì pomeriggio un solo ginecologo che era in sala operatoria. Ho girato con la carta del ps 20 minuti prima che in lacrime mi aiutasse una signora a cercare aiuto. Mi aiuto controvoglia un infermiera credo o un ostetrica ebbe il tatto di un lefante sia a livello fisico che a livello emotivo tanto che è meglio non ripetere le sue parole. Uscii da li convinta di aver perso il bambino con la rabbia più forte del dolore e della delusione, per quella s*****a che non usò nessuna accortezza nei miei confronti. Oggi abbraccio il mio bambino da 18 mesi mezzo e ringrazio ogni giorno per la seconda occasione che mi è stata data, ma non ti nego che dopo quasi 27 mesi ancora auguro a quella persona di non ritrovarsi mai più davanti a me!
:***

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rosy2550 15 Giugno 2014 - 0:00

Infatti, io non ho scritto le parole che mi sono state dette da quei due del ps per non turbare le persone, io in lacrime e loro senza un minimo di delicatezza. La stessa cosa mi è successa al parto con un ostetrica acida e malata di testa fortuna ha voluto che lei ha smontato il turno ed è venuta Stefania un ostetrica che io chiamo angelo che mi ha assistita, confortata e dopo giusto mezz’ora e nato Cristian che ora ha quasi otto mesi. Non sai ancora se è un maschietto o una femminuccia? ti saluto e ti faccio ancora i miei complimenti per il blog baci

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Giada Lopresti 15 Giugno 2014 - 0:06

Anche io ringrazierò tutta la vita una ragazza di nome Antonella, ha avuto una pazienza infinita con me durante il travaglio e durante il parto è stata fantastica. Spero che con Boh mi ricapiti lei 🙂 A dire il vero il sesso non lo voglio conoscere vorrei fosse una sorpresa e ormai ci siamo quasi per vedere l’uovo schiudersi quindi finalmente a breve Boh avrà un volto un nome ma soprattutto un sesso!!
:***

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Lucrezia 14 Giugno 2014 - 20:54

Ciao! seguendo il mio “compito” da Link Party del blog Da mamma a mamma dovrei lasciare un commento ma in verita’ io gia’ seguo assiduamente il tuo blog!!! E’ stato interessante e profondo questo post che hai scritto. Mi ha interessato soprattuto leggere della onlus Ciao Lapo e della bella attivita’ a cui si dedica…complimenti per la segnalzione, si tratta di informazioni utili! Lucrezia

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Giada Lopresti 15 Giugno 2014 - 0:03

Mi fa davvero piacere! E’ bello sapere che a qualcuno il mio blog piace e che lo segue volentieri <3 Sono anche contenta che ti sia piaciuto il post e che tu abbia trovato interessante venire a conoscenza di questa onlus che fa davvero del bene per molte famiglie. Bisognerebbe sostenere con qual che si può (se si può) fondazioni come queste :***

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