Ieri per un momento ho pensato di aver perso qualcosa di importante.
Un momento che a dire il vero è stato molto più di uno. Dodici lunghe ore fatte di ansia e nervosismo nel quale fino all’ultimo ho creduto davvero di non poter più vedere e osservare il mio passato con gioia e nostalgia come spesso mi capita di fare ultimamente.
Ho vissuto nel timore che si fosse cancellato un piccolo pezzo della mia vita che per me ha significato molto e che ancora oggi, nonostante sia “passato” ha un grande valore.
Per dodici ore il mio blog non è più esistito ed è stato come se mi avessero portato via una parte di noi.
Immagini, parole, emozioni raccontate a caldo e che mi hanno fatto sentire viva nel momento in cui le ho trascritte nero su bianco. Situazioni che mi hanno permesso di dare voce ai pensieri nell’unico modo che da sempre uso per raccontarmi: scrivere.
Perché il mio blog esiste da soli quasi quattro anni ma per me scrivere è la passione di una vita.
Non ho mai dato peso alla mia bravura (o non bravura) nel farlo. Probabilmente ho anche dato sempre troppa poca importanza agli errori, ai refusi e a qualche accenno di mancata grammatica ma è sempre stato il mio modo di comunicare soprattutto nei momenti più difficili. Dove le parole invece di uscire dalla mia bocca prendevano forma su un foglio di carta.
Come quando dopo le litigate con mio marito (ai tempi fidanzato) scrivevo lunghi poemi per essere certa di non dimenticare nulla. Ma soprattutto per essere sicura di venire ascoltata.
E di lettere ne ho scritte davvero tante.
E dopo quattro anni di racconti, di esperienze, di vissuto e anche di sfogo nei momenti di solitudine, non poter leggere o semplicemente vedere un pezzo di me è stato quasi come se qualcosa non fosse esistito e il semplice lontano ricordo fosse troppo sbiadito per visualizzarlo.
Il blog è una delle parti migliori del mio essere mamma.
È un amico che sa ascoltare quando ne ho bisogno.
È il mondo tutto mio dove nessuno mi nega un confronto.
È una risorsa che conserva con cura tutto quello a cui tengo e che mi permette di rivivere il mio “essere stata” in ogni momento riprovando sensazioni in fondo ancora vive.
I pensieri delle mie gravidanze, le difficoltà incontrate nel mio percorso di mamma, la gioia di un momento magico.
Tutti istanti, insieme a tanti altri, che ho descritto per poterli rivivere per sempre perché con il passare del tempo anche la memoria più ferrea più perdere dei colpi.
Mentre ciò che scrivi rimane. Quello che fotografi rimane. E oltre ad essere il mio tesoro spero che un giorno possa essere motivo di gioia anche per i miei bambini che potranno rivivere quegli attimi che con molta probabilità non riusciranno a ricordare.
Può sembrare strano parlare così di un blog e non pretendo che si possa comprendere il mio stato d’animo.
Ma è un pezzo importante della mia vita dove ho raccontato alcuni dei momenti più belli e dove ne ho anche descritto le attese.
Ho versato molte lacrime al pensiero di aver perso la lettera scritta per mio figlio dopo la sua nascita mentre lo osservavo con gli occhi colmi d’amore e con quello sguardo che palesemente dice: “ma davvero sono stata capace di fare questo?”
Mi si è spezzato il cuore pensando al primo post quando tutto è iniziato per gioco.
E mi sono arrabbiata, anzi mi sono veramente incazzata, quando ho riflettuto su tutto il lavoro fatto in questi anni: post sponsorizzati da aziende e agenzie che hanno voluto credere in me e che spero di non aver deluso. Nottate di veglia solo per riuscire a mettere nero su bianco i miei pensieri e le mie esperienze.
Ore e ore davanti al pc per poter far si che tutto questo mio lavoro evolvesse secondo il mio stile e i miei gusti facendo tutto da sola: senza web master, senza grafici ma armata di tanta pazienza e voglia di apprendere.
Una passione che si è trasformata in un lavoro.
Un lavoro che amo fare tra un cambio di pannolino e un “è pronta la cena!”.
Un lavoro che è diventato parte integrante della mia famiglia come se fosse un altro figlio perché di attenzioni ne ha bisogno e anche tante.
Un lavoro che ho visto vaporizzarsi in un secondo mandando tutto in fumo nello stesso istante.
Ho passato un pomeriggio dove mi sono fatta sopraffare dalla rabbia e dal panico. Dove sono diventata intrattabile e scorbutica con chiunque mi fosse vicino.
Un pomeriggio che è diventato prima sera e poi notte, momento in cui dopo ore davanti al pc ho rivisto un barlume di speranza.
Una speranza realizzata nel ritrovare tutto ciò che in questo mio piccolo mondo avevo e ho di più caro, ancora più consapevole che di questo blog non ne voglio e non ne posso a fare meno.
Perché MammaCheVita ha fatto, fa e farà per sempre parte di me. E personalmente, oggi, ne sono più fiera che mai.
2 comments
E hai ben modo di essere fiera!!!
Capisco quello che provi, perché anche io ho un blog (piccolo, per carità, nulla a che vedere col tuo) ma che è un’estensione di me, specialmente di quella parte di me che mi piace raccontare a chi non conosco (sì, c’è del materiale da psicoanalisi, lo so). E prima del blog erano i diari e le lettere con gli amici di penna.
Ora per fortuna è passato e tu sei di nuovo qui. Evviva!
Cara Priscilla, ho vissuto davvero attimi di terrore proprio perché ormai per me il blog è una parte della mia vita e perderlo sarebbe come perdere una parte di me.
Ma per fortuna adesso è tutto sistemato! Spero che continuerai a sopportarmi
Un bacione
Giada